Karate-do kurofune: la nave nera del karate-do

Karate-do Kurofune

In Karate by Marco FortiLeave a Comment

QUARTA PARTE

Fonti plausibili del “Bubishi
Molti credono che grazie a Higashionna Kanryo il Bubishi sia arrivato per la prima volta ad Okinawa. Tuttavia, per quanto questa sia la teoria prevalente, in particolar modo nell’ambito della tradizione goju, resta solo una teoria.
Itosu Anko (1833-1915) è un’altra possibile fonte. Il suo maestro, il leggendario Bushi Matsumura Chikudoun Pechin Sokon (1809-1901), aveva studiato gongfu sia a Fuzhou che a Beijing (Pechino) e poteva essere stato colui che ha portato il Bubishi per la prima volta ad Okinawa.
Mabuni Kenwa, il fondatore dello shito ryu, in occasione della pubblicazione del Bubishi nel 1934, affermò di averne fatta una copia da quella posseduta dal suo maestro (Itosu). Presumo che Itosu avesse fatto la sua copia da quella di Matsumura che era il suo maestro.
Secondo la tradizione dello uechi ryu karate-do, il suo fondatore, Uechi Kanbun (1877-1948) andò a Fuzhou nel 1897, dove studiò lo stile della tigre del tempio di Shaolin del Guangdong direttamente dal maestro Zhou Zhihe (Shu Shi Wa in giapponese; 1874-1926). Alcuni sono dell’opinione che sia stato Uechi Sensei a portare in patria il Bubishi.
Tra l’altro, Tomoyose Ryuyu (1897-1970), uno dei primi allievi diretti di Uechi compilò un’analisi dei principi del kyushojutsu (arte del colpire i punti vitali), tuite (lotta), kansetsu (controllo delle articolazioni) e kampo (medicina erboristica cinese) in un libro intitolato Kenpo Karate-jutsu Hiden (I segreti del Quanfa: L’arte delle mani cinesi), che non venne mai pubblicato a causa della sua prematura morte. Il contenuto della sua analisi è identico a quello del Bubishi ed è ora di proprietà della famiglia Uechi. L’analisi di Tomoyose dimostra chiaramente, come nel caso di Mabuni, che il Bubishi era conosciuto fuori dai circoli del goju ryu.
Un’altra persona che insegnò gongfu cinese ad Okinawa nel corso del periodo Taisho (1912-25) fu Wu Xianhui (1886-1940). Ritenuto un esperto di gongfu della gru bianca, Wu Xianhui (Go Kenki in giapponese), nativo di Fuzhou, si stabilì ad Okinawa nel 1912, dove divenne mercante di tè.
Uechi Kanbun scrisse che Wu insegnava gongfu a Naha di sera. Si ritiene abbia avuto una forte influenza su Miyagi Chojun, Mabuni Kenwa, Kiyoda Juhatsu (1887-1969) e Matayoshi Shinpo (nato nel 1921), Go Kenki è un’altra possibile fonte attraverso la quale il Bubishi potrebbe essere giunto ad Okinawa.
Un altro punto interessante che lega indirettamente Go Kenki al Bubishi è stato portato alla mia attenzione dal maestro Kanzaki Shigekazu, allievo diretto del defunto Kiyoda Juhatsu (senpai di Miyagi Chojun nel periodo in cui studiavano sotto la guida di Higashionna). Kanzaki, maestro di seconda generazione di to-on ryu, mi disse che il kata Nepai (che appare nel Bubishi) discende direttamente dagli insegnamenti di Fang Jiniang (fondatore del gongfu della gru bianca del Fujian Yongchun) e che venne insegnato a Kiyoda sensei da Go Kenki e non da Higashionna Kanryo.
Inoltre, un altro amico di Go Kenki che vale la pena di menzionare è Tang Daji (1887-1937), o To Daiki (come veniva chiamato ad Okinawa). Trasferitosi a Naha dalla Cina nel 1915, Tang, come Go Kenki divenne un mercante di tè ed aprì il proprio negozio. Il gongfu del pugno della tigre divenne molto popolare nel villaggio cinese da cui proveniva e Tang era ben conosciuto per la sua abilità. Ad Okinawa divenne amico di Miyagi Chojun e di altri appassionati e si dice abbia avuto un forte impatto sulla comunità dei karateka di quel periodo. È quindi possibile che il Bubishi sia arrivato ad Okinawa grazie a Tang Daiji.
A Nakaima Chikudoun Pechin Norisato, fondatore del ryuei ryu karate, venne richiesto lo studio dei principi del bub bu ryo do fin da giovane. Proveniente da una famiglia benestante del villaggio Kuninda a Naha, all’età di 19 anni venne inviato a Fuzhou, nella provincia del Fujian, per studiare le arti del combattimento direttamente da Ryuruko. Nakaima ottenne un’introduzione formale da un funzionario militare, divenuto amico di famiglia in occasione di una sua visita nel Regno delle Ryukyu nel 1866 (dal 22 giugno al 18 novembre), come subordinato del Sapposhi Qing, Zhao Xin. Nel 1870 Nakaima divenne uchi deshi (discepolo interno) di Ryuruko, e si dedicò totalmente allo studio del bun bu ryo do. Nel 1876, dopo sei anni di intensi sacrifici e diligenti allenamenti, era divenuto un vero esperto. Prima di lasciare Ryuruko gli venne chiesto di farsi copie (a mano) dei libri che aveva studiato.
Tra i libri più importanti figurava il Bubishi, un testo sull’etichetta, i precetti per la buona salute, la medicina cinese e lo sviluppo di uno spirito coraggioso attraverso la pratica del quanfa (kenpo). Molti sono dell’opinione che l’attuale Bubishi sia in realtà una compilazione di questi documenti.
Nakaima passò l’anno seguente visitando la provincia del Guangdong e Beijing allo scopo di rafforzare ulteriormente la sua comprensione delle arti del combattimento, per poi tornare ad Okinawa con un’impressionante collezioni di armi.
Una storia interessante, narrata dalla famiglia Nakaima, riguarda la visita ad Okinawa di Ryuruko nel 1914 (alcuni ritengono che lo scopo fosse quello di far visita a Higashionna). Secondo il racconto, lo stesso giorno in cui egli arrivò ad Okinawa, uno dei suoi precedenti allievi, Sakiyama Kitoku del villaggio Wakuta di Naha (un uomo noto per l’abilità con cui utilizzava le sue gambe e che aveva viaggiato alla volta di Fuzhou per allenarsi sotto la guida di Ryuruko con Norisato), era sul suo letto di morte. Dopo essere stato informato delle gravi condizioni in cui versava Kitoku, il maestro Ryuruko chiese di essere subito accompagnato a casa sua. Arrivato troppo tardi, il maestro Ryuruko disse: “se gli fosse rimasto un solo battito, avrei potuto salvarlo”.
Il clan Kogusuku o Kojo (pronunciato Cai in cinese mandarino), discendente dalla 36 famiglie originarie del villaggio di Kuninda a Naha, è anch’esso conosciuto per l’eredità marziale lasciata ad Okinawa. Dal 1392 la famiglia ha sempre mantenuto forti legami con Fuzhou e contatti con esperti come Iwah e Wai Xinxian. Si dice che Kojo Taitei (1837-1917) fosse un buon amico di Higashionna Kanryo e Kojo Kaho (1849-1925) avesse un proprio dojo a Fuzhou dove peraltro pare si sia allenato per un breve periodo di tempo Uechi Kanbun, prima di diventare allievo di Zhou Zhihe. Si dice anche che Kojo Taitei abbia portato con se ad Okinawa un libro segreto sul gongfu cinese che alcuni credono fosse il Bubishi. Intervistando Hayashi Shingo sensei, il più anziano tra gli allievi di Kojo Kaho e comparando i principi del kojo ryu con quelli descritti nel Bubishi ho scoperto notevoli somiglianze. Per questo motivo non possiamo sottovalutare la possibilità che il Bubishi sia in qualche modo collegato alla famiglia Kojo.
Matayoshi Shinko (1888-1947) è ancora un’altra possibile fonte attraverso la quale il Bubishi può essere giunto ad Okinawa. Molti ritengono che le ricerche empiriche di Matayoshi Shinko lo pongano in una categoria a se stante. Uomo un tempo strettamente legato a Funakoshi Gichin, Matayoshi ha viaggiato verso la Cina più di una volta ed ha passato molto tempo studiando una miriade di discipline da combattimento cinesi. Matayoshi fu protagonista della dimostrazione con Funakoshi al Butokuden nel 1917, e fu tra coloro che ebbero il privilegio di eseguire una dimostrazione davanti al principe (l’Imperatore Showa Hirohito) nel 1921, al castello di Shuri. Il figlio di Matayoshi, Shinpo, rappresentante Okinawense del prestigioso Dai Nippon Butokukai e, in precedenza, allievo di Go Kenki mi raccontò che manuali, come il Bubishi, che descrivevano la pratica ed i precetti del pugilato cinese non erano inusuali. Ironicamente affermò che uno stile che non potesse vantare il possesso di uno di quei libri sarebbe stato inusuale.
C’è un commento provocatorio a pagina 104 del libro di Robert W. Smith intitolato «Chinese Boxing: Masters and Methods» che mi ha aiutato ad avvalorare il lignaggio del Bubishi del maestro Liu Songshan. Si riferisce alle 28 copie di un “libro segreto” che era stato dato ai 28 allievi di Chen Li-shu (traslitterazione Wade-Giles scorretta di Cheng Li-shu, gli ideogrammi cinesi che identificano il maestro di terza generazione della gru bianca Zheng Lishu [secondo la traslitterazione Pinyin] che si ritrova nel Bubishi), servo e allievo di Fang Jiniang, fondatrice del gongfu della gru bianca dello Yongchun. Seguendo questo spunto ho scoperto in seguito che uno degli allievi di Zheng, il cui nome era Peng, trasmise una copia del libro a Zhang Argo, uno dei quattro esperti del gongfu della gru bianca (con Lin Yigao, Ah Fungshiu e Lin Deshun) che si trasferirono a Taiwan nel 1922. Mentre la sua copia fu trasmessa al figlio Zhang Ie-die, il maestro Lin Deshun diede la sua al suo allievo Liu Gou e tale copia restò tesoro della famiglia Liu per almeno sette decadi.
Avendo incontrato per la prima volta a Fuzhou uno dei tre figli del maestro Liu (Liu Songshan) e avendolo ospitato due volte a casa mia in Giappone e, in seguito, avendogli fatto visita a Taiwan, quel libro, dal titolo “il libro dell’uomo segreto di bronzo di Shaolin” mi è diventato familiare e posso testimoniare che è, in tutto e per tutto, identico al Bubishi.
Infine Ohtsuka Tadahiko, mentre stavo approfondendo le ricerche sulla comparsa del Bubishi ad Okinawa, mi esortò a non escludere la cosiddetta “ipotesi del museo”. Un tempo vi era un edificio, posizionato vicino alla residenza Sanshinkan nel villaggio di Kuninda (chiamato anche villaggio di Kume) a Naha, nel periodo dell’antico regno delle Ryukyu, in cui venivano ufficialmente raccolti oggetti di interesse storico, culturale, artistico e scientifico che potrebbe essere stato luogo di conservazione del Bubishi ad Okinawa. Ritenuto una raccolta di precetti sul gongfu insegnati dalla comunità cinese residente a Kuninda, si ritiene che il libro sia stato considerato come un tesoro da custodire da parte dei maestri della tradizione del combattimento a Naha, quando il regno venne abolito nel 1879.
Ad avvalorare quest’ultima ipotesi vi è anche uno scritto di Tomoyori Ryuichiro dal quale risulta che “dopo il 1723 gli ufficiali di Kume e i Ryugakusei furono responsabili dell’ingresso sia del bujutsu del Fujian che del Bubishi ad Okinawa. Questi erano considerati i segreti degli abitanti di Kume. Il libro venne conservato presso la biblioteca del Tempio Tenson dagli abitanti di Kume fino a circa il 1867. Il gongfu del Fujian ed il Bubishi furono trasmessi ai bushi di Okinawa dalla gente di Kume”.
So che in quell’epoca erano diffusi diversi manuali cinesi simili al Bubishi che trattavano metodi di allenamento, filosofia, medicina erboristica, responsabilità morali e metodi per colpire i punti vitali. Tuttavia ritengo che l’ipotesi più verosimile sia quella secondo la quale fu Go Kenki a portare il Bubishi di cui parliamo ad Okinawa.
Rispondendo ad una lettera del tutto priva di gusto che ricevetti dal signor Chris Clifford in merito alla mia pubblicazione del Bubishi, inviai la seguente risposta in data 29 luglio 1992. È introdotta da un precetto usato dal defunto Bushi Matsumura che trovai del tutto appropriato: “A coloro il cui progresso viene ostacolato dal proprio ego, possa l’umiltà, pietra angolare spirituale su cui poggiano le discipline combattive, servire da monito per anteporre sempre le virtù ai vizi, i valori alla vanità ed i principi alle personalità. Se lei è troppo orgoglioso o compiacente per abbracciare questa realtà allora è evidente che deve ancora oltrepassare il più elementare stadio dell’allenamento fisico.”

Spero che quanto riportato abbia chiarito alcune delle speculazioni che riguardano il Bubishi.

Il legame tra il gongfu del Fujian e il Karate di Okinawa
Lignaggio e connessioni
Compilato da Patrick McCarthy

Fang Shiyu
Luohan Quan
Padre di Fang Jiniang: presumibilmente aveva perfezionato la pratica del Luohan Quan (pugno del monaco) al tempio buddista provinciale a Fujian, che molti ritengono fosse il tempio Shaolin del sud sul monte Jiulian (nove loti) nel distretto Putian del Fujian.

Fang Jiniang
Fondatrice dello stile della gru bianca dello Yongchun
Figlia di Fang Shiyu: combinò il Luohan Quan che aveva appreso dal padre con i concetti difensivi naturali appresi guardando due gru bianche combattere in un canneto.

Zeng Cishu
Gongfu del pugno della tigre nera
Presumibilmente un potente praticante del pugno della tigre che aveva testato le sue abilità contro Fang Jiniang ed era stato sconfitto. In seguito divenne suo servo e allievo ed infine caposcuola di seconda generazione della gru bianca di Yongchun. Si dice che Zeng Cishu fu responsabile della trasmissione di un libro segreto sul quanfa (Bubishi) ai suoi 28 allievi.
Uno dei 28 allievi di Zeng era Fang Shupei il quale aveva due allievi, Lin Yigao e Zhang Argo. Lin Yigao e Zhang Argo insieme a Lin Deshun e ad un altro allievo diretto di Zeng, Ah Fungshiu, si trasferirono a Taiwan nel 1922, portando con loro le rispettive copie del Bubishi.

Wang Foudeng
Allievo di Zeng Cishu e maestro di terza generazione di gongfu della gru bianca dello Yongchun. Si tratta dello stesso maestro Wang descritto nel Bubishi e probabilmente uno dei suoi autori.

Zheng Lishu
Zheng Lishu fu un altro degli allievi di Zeng Cishu e maestro di terza generazione di gongfu della gru bianca dello Yongchun. Tra gli allievi più dotati di Zheng Lishu vi erano suo figlio Zeng Bishu e Cai Zengshu. Quest’ultimo, che si ritiene fosse il cugino di Cai Shou (1816-1906) collegato alla famiglia Kojo di Okinawa, fu maestro di Tai Gongsong che insegnò a Lin Deshun ed in seguito si stabilì a Taiwan. Lin Deshun era il maestro del padre di Liu Songshan, Liu Gou. La famiglia Liu ha conservato per le ultime sette decadi una copia del Bubishi denominata “libro segreto dell’uomo di bronzo di Shaolin”.
Zheng Bishu, figlio di Zheng Lishu, insegnò a suo figlio Zheng Tongshu che, a sua volta, insegnò a Li Zaiying. Li Zaiying creò il gongfu del pugno di gru del Fujian.
Trasferitosi dal suo piccolo villaggio al porto della città di Fuzhou nel corso degli ultimi anni della dinastia Qing (1644-1911), Lin Shixian, un maestro di gongfu della gru bianca dello Yongchun, insegnò a Pan Yuba. Il maestro Pan insegnò a Xie Zhonxiang (Ryuruko), un giovane apprendista calzolaio del quartiere Changle di Fuzhou. Si ritiene che sia stato Xie Zhongxiang (1852-1930) a fondare la corrente della gru strepitante del gongfu della gru bianca e che abbia insegnato a Nakaima Norisato, Higashionna Kanryo e Sakiyama Kitoku.

CW: Patrick, non posso far altro che immaginare alcune delle lunghe chiamate telefoniche che devi ricevere tutti i giorni. Hai accesso a tutti i libri ai quali hai appena fatto riferimento?
PM: Sì, certo. Spesso ho accesso ai numerosi libri antichi ed originali sul karate-jutsu, altre volte mi è stato permesso di fare fotocopie di libri quali “Ryukyu Kenpo Toudijutsu” il libro del 1922 di Funakoshi, la ristampa del 1925 intitolata “Rentan Goshinjutsu” e l’originale “Karate-do Kyohan”, entrambi i libri di Motobu ChokiOkinawa Kenpo Toudijutsu” e “Watashi no Toudijutsu“, il libro del 1934 di Mabuni KenwaSepai/Bubishi Kenkyu” ed il libro del 1938 di Nakasone KenwaKarate-do Taikan” per nominare alcuni tra i più noti. Ironicamente ho ricevuto alcuni dei miei libri originali non in Giappone ma in Inghilterra, da Graham Noble. Graham ha una collezione fantastica.

CW: Gli interessati possono scriverti per ordinarli?
PM: Beh, non posso certo fare promesse, ma ho ordinato libri per altre persone in passato, se e quando i titoli erano disponibili, e non ho problemi ad indirizzare qualcuno nella giusta direzione quando mi è possibile.

CW: Cosa hai in programma di pubblicare in un prossimo futuro?
PM: Dalla Ohara Publications in California (quelli di Black Belt Magazine) mi hanno contattato recentemente perché vorrebbero pianificare una ristampa del mio libro “Classical Kata of Okinawan Karate-do”. Questo per me significa che c’è un crescente interesse per la storia e la filosofia del Karate-do.
Quest’anno al “Budo Culture Seminar” (alla Japan International Budo University), mi è stato chiesto dal signor Meik Skoss (che da lungo tempo risiede in Giappone, praticante di bujutsu classico, già allievo di Donn F. Draeger ed editore dell’Aikido Journal [già Aiki News]) se potevo prendere in considerazione l’idea di scrivere qualcosa per l’Aikido Journal in futuro. Questo per me significa che c’è un interesse che proviene anche oltre il naturale ambito del Karate-do.
Ho un articolo sul maestro Kinjo Hiroshi (la prima vera intervista mai rilasciata da lui) che apparirà nella prossima uscita del Journal of Asian Martial Arts (volume 3, numero 2). Sto anche lavorando ad un lungo articolo su Mabuni Kenwa (shitoryu) e l’eredità eclettica che ha lasciato e che Terry (O’Neill) pubblicherà a puntate. Grazie al maestro Konishi dello Ryobukai, Akamine Eiiryo del Ryukyu Kobudo Hozon Shinko Kai, al maestro Sakagami Ryusho (1915-1993) fondatore dello Itosukai Shitoryu, alla famiglia Kiyoda (Juhatsu), al maestro Kinjo Hiroshi, al maestro Uechi Kanei (1904-1993), fondatore dello Shitoryu Kenpo e alla famiglia Kuniba ho avuto l’opportunità di ottenere molte fotografie rare di Mabuni, molte delle quali non sono mai state pubblicate prima. Sono davvero ansioso di pubblicare questo articolo.

CW: Patrick, hai qualche consiglio per i praticanti che desiderano andare in Giappone per turismo e pratica?
PM: Certo, ho qualche consiglio … divertitevi! Vivete il momento. Per il budoka il Giappone, con i suoi costumi antichi, i paragoni culturali e le ambientazioni mistiche è un arcipelago che intriga incommensurabilmente e che attende solo di essere scoperto.
Quanti praticanti di karate-do sono talmente coinvolti da quello che stanno studiando da far di tutto per pianificare, risparmiare e fare sacrifici solo per rendere possibile il loro sogno e compiere quel viaggio? La loro tenacia è davvero da ammirare.
Ma ho anche un altro tipo di consiglio. Molti stranieri che visitano il Giappone, per una o due settimane della loro vita, sembrano troppo presi dall’afferrare qualsiasi cosa che i loro insegnanti okinawensi o giapponesi raccontano loro, indipendentemente da cosa sia. Spesso gli appassionati stranieri si dimostrano un po’ troppo ingenui nell’interpretare il contesto di quel che sentono. Così quando rientrano nei loro Paesi iniziano ad affermare che quello è il modo giusto perché lo ha detto il tal maestro.
Non voglio certo apparire troppo cinico nel raccontare queste storie e spero di non aver dipinto un ritratto troppo negativo degli insegnanti di karate-do in Giappone perché non è così nella maggior parte dei casi.
Ma esistono, e citando Nagamine Shoshin completo questo punto: “il mondo occidentale non è l’unico posto dove si trovano insegnanti di karate che sono solo ciarlatani. Anche noi, proprio qui ad Okinawa ed in Giappone, ne abbiamo in quantità”.
Sebbene molti stranieri che praticano budo giapponese sono in qualche modo interessati alla cultura in cui tali arti si sono sviluppate, alcuni non ne conoscono praticamente nulla. È un concetto raramente compreso e quasi mai insegnato dagli insegnanti stranieri. Se il combattimento fosse tutto quello che costituisce il karate, allora la metà degli abitanti del ghetto di Harlem sarebbe maestro 10° dan. Comprendere la base della cultura giapponese e la sua lingua, insieme ai principi fisici e ai precetti metafisici sui quali si fonda il budo, rappresenta un’importante lezione per meglio comprendere il karate-do.
Parlerò di questo più in dettaglio in seguito ma, nella società occidentale, spesso misuriamo il grado del nostro successo o la nostra felicità in rapporto a quanto possediamo. Nella cultura giapponese invece si tende a misurare il successo dalla capacità di apprendere come apprezzare il poco, un precetto che permea non solo la cultura giapponese ma anche lo stesso karate-do e tutte le tradizioni di combattimento.

CW: Patrick, cambiando argomento, cos’altro hai in programma ora?
PM: Sono molto occupato con diversi progetti. Se non ho occupato troppo tempo dedicato all’intervista te li elenco. Yuriko (la moglie di Patrick) spesso dice che mi faccio trasportare troppo da quello che dico, quindi se è così per favore fermami!
L’anno scorso Tuttle Publications mi ha chiesto di tradurre il secondo libro di Nagamine ShoshinOkinawa no Karate Sumo Meijin Den” (pubblicato in Italia con il titolo “I grandi maestri di Okinawa”, n.d.t.). Ne ho parlato con Nagamine Sensei molte volte e penso che non appena saranno definiti gli aspetti finanziari inizieremo a lavorare su questo progetto. Non vedo l’ora perché è un libro con tantissime informazioni anche se difficile da tradurre. Fortunatamente ho accesso ad aiuto illimitato … vero Yuriko?
Un collega canadese che ora abita a Okinawa sta lavorando sull’organizzazione di un programma residenziale per stranieri interessati a visitare l’isola del karate, Okinawa. Mi ha chiesto di stilare la parte legata alla storia e alla filosofia del programma. Sospetto che questo programma avrà successo e darà l’opportunità ad appassionati stranieri di entrare in contatto con le migliori scuole ed i migliori maestri di Okinawa senza tutte le formalità che ne sono spesso collegate. Ti terrò informato.
Un’altra persona che vorrei menzionare a beneficio dei lettori che stanno considerando l’idea di fare un viaggio in Giappone è Aladdin Timur sensei, direttore dello Odawara International Hall. Aladdin sensei, da tempo allievo del maestro Kinjo Hiroshi, ha recentemente creato una struttura per l’allenamento nella pittoresca Odawara, tra il mare interno di Seto e le montagne Hakone. Aladdin sensei invita tutti gli stranieri interessati a visitare il Giappone con lo scopo di allenarsi nel budo e per scambi culturali a contattarlo alla Odawara International Hall 4-14-3 Shiroyama, Odawara-Shi, Japan 250 (fax: 0465-23-6069).

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