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Sakura: il fiore di ciliegioIn Giappone, il fiore di ciliegio (sakura) è il fiore nazionale non ufficiale(1).
A partire dal periodo Heian (794-1185), ogni anno in primavera, nella ricorrenza chiamata hanami (letteralmente significa “guardare i fiori” ma il termine viene utilizzato escusivamente in riferimento al fiore di ciliegio), i giapponesi festeggiano la bellezza effimera del sakura, uno dei simboli del Giappone, così fortemente presente nella cultura del Paese del Sol Levante.

Il richiamo del fiore di ciliegio va oltre la sua evidente bellezza, a colpire è la sua caducità, il suo essere in piena fioritura solo per pochi giorni.
Il vero senso della tradizione hanami non consiste nel guardare lo spettacolo offerto dalla bellezza dei fiori sull’albero ma nell’osservare con una punta di tristezza e commozione come cadono dall’albero, trasportati dalla brezza primaverile nel breve viaggio che li separa dalla terra ancora fredda. Un modo dolce e allo stesso tempo malinconico per ricordare che ogni vita è destinata a finire.
Nonostante questo non si tratta di una ricorrenza triste, anzi! Sotto ogni albero fiorito viene steso un telo di plastica azzurro e al piacere estetico di restare sotto una delicata pioggia di petali, si aggiunge la gioia del cibo e della compagnia.
Hanami è un’occasione per ritrovarsi con gli amici, organizzare pic-nic e godersi cibo e sake in abbondanza.
Infatti Hanami si festeggia in aprile e la primavera simboleggia anche un momento di rinascita e di forza generatrice. La fioritura dei ciliegi è da sempre vista come segno premonitore della ricchezza della raccolta del riso, come auspicio di prosperità.
Come tale deve essere interpretata l’usanza di offrire infusi di fiori di ciliegio ai matrimoni.
Così gli studenti, che in aprile iniziano un nuovo anno scolastico, e i neo diplomati o laureati che ogni anno, nello stesso mese, entrano nel mondo del lavoro vedono nella fioritura dei ciliegi un segno di buon auspicio per il loro futuro.

La maggior parte dei ciliegi in Giappone appartengono alle varietà Somei Yoshino e Yamazakura ma in tutto il Paese se ne contano oltre cento varietà diverse.
Tra le caratteristiche distintive la principale è rappresentata dal numero di petali dei fiori di ciliegio. La maggior parte dei ciliegi selvatici ma anche di quelli coltivati hanno fiori con cinque petali, alcune specie hanno fiori con dieci, venti o più petali.

Nel simbolismo ritroviamo con maggior frequenza il sakura a cinque petali con evidenti richiami ai cinque orienti del Buddhismo esoterico giapponese (i quattro punti cardinali e il centro), ai cinque elementi sacri giapponesi (terra, acqua, fuoco, aria e vuoto) cui il celebre samurai Miyamoto Musashi intitolò i cinque “libri” che formano la sua opera, il Gorin No Sho (libro dei cinque anelli). Ancora in cinque parti, secondo la cosmogonia giapponese, venne tagliato il dio del fuoco da Izanagi, dopo la morte di Izanami e dalle cinque parti venne creato Oyamatsumi, una delle montagne più antiche e venerate…

Hana wa sakura gi hito wa bushi - Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerrieroMa il fiore di ciliegio è anche strettamente legato al Bushidō, l’ideale cavalleresco del guerriero (Bushi) giapponese. Il sakura incarna e simboleggia le qualità del samurai: la purezza, la lealtà, l’onestà, il coraggio.

Come il fiore di ciliegio, effimero e fragile, nel pieno del suo splendore muore lasciando il ramo, così il samurai, nel nome dei principi in cui crede, è pronto a lasciare la propria vita in battaglia.

Si tratta dell’immagine di una morte ideale, pura, distaccata della caducità della vita e dai beni terreni.

Ritroviamo il simbolismo del sakura nella seconda guerra mondiale, l’immagine della caduta dei fiori dai ciliegi ricorre spesso nelle ultime lettere scritte dai Kamikaze alle famiglie prima della loro missione suicida.

Il fiore di ciliegio venne riprodotto anche sui lati degli ohka, bombe guidate da razzi utilizzate contro le navi americane ad Okinawa.

Al controverso (2) tempio shintoista Yasukuni-jinja di Tōkyō, santuario che ospita il museo nazionale in memoria dei caduti giapponesi, sono ancora i fiori di ciliegio a simboleggiare la rinascita dei soldati caduti in guerra.

Il tempio shintoista Yasukuni-jinja a Tokyo

Anche poesia e pittura celebrano da secoli il fiore di ciliegio. E dedicare a tutti voi un bellissimo haiku(3) scritto dal poeta e pittore Yosa Buson (1715-1783) mi sembra il modo migliore per concludere questo articolo:

Cadono i fiori di ciliegio
sugli specchi d’acqua della risaia:
stelle, al chiarore di una notte senza luna

 

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NOTE:
(1) quello ufficiale è il crisantemo che appare anche, nella sua forma stilizzata a sedici petali, nello stemma della famiglia imperiale.

(2) Lo Yasukuni-jinja è dedicato ai caduti in guerra inclusi gli ex capi giustiziati come criminali di guerra dopo la II Guerra Mondiale. Ciò ha creato e crea tuttora attriti con gli altri Paesi asiatici, in particolare Cina, Corea del Nord e Corea del Sud, principali vittime del militarismo nipponico.

(3) Gli haiku sono brevi componimenti poetici, composti da soli tre versi di 5 – 7 – 5 sillabe, che costituiscono i metri classici nella storia della poesia giapponese.

 


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L'Autore

Marco Forti

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Maestro di Karate e Reiki. Insegna Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu (sistematizzazione didattica moderna dei metodi di combattimento storici di Okinawa che hanno dato origine al karate classico, disciplina interamente finalizzata all'autodifesa) e Usui Reiki a Cesena.