Storia del Karate - seconda parte

Breve storia del Karate – seconda parte

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Le arti alla base del «Te» di Okinawa

di Marco Forti

In questo breve articolo vedremo quali furono le influenze che contribuirono maggiormente alla creazione del «Te» di Okinawa.Abbiamo visto nel primo articolo dedicato alla storia del Karate che, sin dal quattordicesimo secolo, Okinawa ebbe relazioni tributarie e commerciali con la Cina.
L’influsso dell’arte cinese del combattimento (chiamata Tode ad Okinawa) fu sicuramente quello più imponente e venne favorito sia dalla continua presenza di esperti cinesi di quanfa, di stanza ad Okinawa (in particolare nel villaggio di Kume) sia dalle esperienze che i Ryugakusei (studenti okinawensi) riportavano in patria dopo il periodo passato in Cina, principalmente per motivi di studio.
Un altro influsso importante, sebbene non ancora ben studiato rispetto a quello dell’arte cinese, fu quello delle arti percussive del Sud Est asiatico, in particolare dell’antico Regno del Siam (attuale Thailandia).
In sintesi ciò che è stato appurato è che, nel periodo dell’antico Regno delle Ryukyu, erano presenti cinque diverse pratiche riconducibili ad arti del combattimento civile da cui si sono – col passare del tempo – sviluppati Karate e Kobudo:
1. KATA
Le sequenze a solo di tecniche di combattimento – usate in molte culture come espressione del movimento umano – acquistano un’importanza notevole nella trasmissione dell’arte cinese ad Okinawa. I Kata [Hsing/Xing 型/形 in cinese mandarino] praticati ad Okinawa derivano in gran parte dal quan fa del Fujian, in particolare dagli stili del “Pugno del Monaco”, della “Gru Bianca” e della “Mantide Religiosa del Sud”. L’introduzione di alcuni elementi degli stili del Nord si devono prevalentemente a Sakugawa che – come vedremo – approfondì lo studio dell’arte anche a Pechino.
2. TORI TE
Si tratta di metodi di arresto e controllo (tori te significa mano che afferra) diffusi tra le forze dell’ordine e le guardie di palazzo dell’antico Regno delle Ryukyu, le cui origini si fanno risalire al Chin Na [o Qinna/擒拿 in cinese mandarino] del tempio di Shaolin.
Tegumi3. TEGUMI
Con il termine Tegumi [手組] si identifica uno stile di combattimento multiforme ed originale dell’isola di Okinawa, le cui origini si fanno risalire addirittura all’undicesimo secolo.
Si pensa che questa disciplina derivi in gran parte dalla lotta cinese [Jiao Li/角力 da cui poi si sviluppò in cina lo Shuai Jiao/摔角 – termine, quest’ultimo entrato in uso dal 1928] e si sia evoluta nel corso del tempo in una forma autoctona di lotta, prima di diventare uno sport regolamentato, oggi chiamato anche Ryukyu Sumo.
4. TI’GWA
Si tratta di una forma plebea di combattimento percussivo (talvolta chiamata semplicemente 手Te/Di, cioè mano, tecnica) caratterizzata dall’uso prevalente del pugno chiuso (in contrapposizione con le tecniche cinesi che privilegiavano l’utilizzo della mano aperta), dei gomiti, delle ginocchia, delle tibie e dei piedi come armi anatomiche con cui colpire. Ricerche e studi ancora in corso sono concordi nel far risalire le origini di quest’arte al Sud Est asiatico, in particolare al Siam (antica Thailandia), con cui Okinawa intratteneva relazioni commerciali sin dal quindicesimo secolo (e ben più estensivamente durante il diciottesimo secolo e l’inizio del diciannovesimo).
5. BUKI’GWA
Con il termine buki’gwa: [武器] si identificano le arti di combattimento con armi quali spada, lancia, arco e frecce, alabarda, scudo, coltello, randello e manganello (gli ultimi due divennero gli strumenti principali delle forze dell’ordine di Okinawa durante il periodo dell’antico Regno delle Ryukyu).

– FINE SECONDA PARTE –


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L'autore

Marco Forti

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Maestro di Karate e Reiki. Insegna Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu (sistematizzazione didattica moderna dei metodi di combattimento storici di Okinawa che hanno dato origine al karate classico, disciplina interamente finalizzata all'autodifesa) e Usui Reiki a Cesena.

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