L’energia vitale

Ogni essere vivente ha bisogno di energia vitale. Senza energia vitale in quantità sufficiente l’organismo non è in grado di svolgere normalmente le proprie funzioni; le persone che ne scarseggiano hanno poca resistenza nei confronti delle malattie, spesso soffrono di stanchezza cronica, hanno poca memoria, sono facilmente irritabili e quasi sempre infelici. Quando l’energia vitale è completamente esaurita subentra la morte. In Oriente si è sempre posta molta attenzione alla definizione di energia, allo studio della sua circolazione e del suo utilizzo ai fini del mantenimento di un buono stato di salute. Nelle tradizioni orientali la malattia è concepita come la conseguenza di un preventivo squilibrio energetico. La tradizione cinese ritiene infatti che vi sia una energia vitale, chiamata “Chi” (“Ki” in giapponese), che circola attraverso tutto l’organismo servendosi di canali energetici definiti “meridiani”. In maniera simile anche la concezione energetica indiana ritiene che l’energia vitale (prana) circoli in condotti (nadi), assimilabili concettualmente ai meridiani, e “vortici” di ricezione e distribuzione (chakra). La scienza occidentale, profondamente influenzata dalla fisica meccanicistica sviluppatasi dal sedicesimo al diciottesimo secolo si è a lungo disinteressata del fenomeno “energia vitale” in quanto non spiegabile secondo i principi della fisica meccanicistica. Fino a che Albert Einstein … ma procediamo con ordine:

La fisica classica

Nel XVI secolo Copernico oppose per primo al modello geocentrico di Tolomeo (la Terra al centro dell’Universo) il modello eliocentrico (il sole al centro dell’Universo con la Terra quale semplice pianeta che girava intorno al sole). Giordano Bruno, frate domenicano e filosofo, sostenne questo modello ampliandone ulteriormente i principi a tutte le stelle e teorizzando che esse fossero altri soli al centro di sistemi che includevano altri pianeti abitati. Indubbiamente una tesi modernissima per l’epoca … anche se la veemenza con cui il frate domenicano la sostenne gli costò la vita, venne infatti condannato al rogo per eresia dalla Chiesa e le sue opere vennero bruciate. Galileo Galilei, fisico pisano, grazie alle osservazioni fatte con il cannocchiale da lui inventato nel 1609, dopo aver raccolto evidenti prove che confermavano il modello eliocentrico di Copernico, scrisse un libro per difendere e dimostrare la verità delle affermazioni dell’astronomo polacco. Ciò scatenò naturalmente le ire del Santo Uffizio che condannò Galileo all’isolamento ad Arcetri e, sotto la minaccia della tortura, lo costrinse a giurare che mai più avrebbe dichiarato che «la Terra si muove attorno al Sole». Si dice che, tuttavia, il fisico pisano abbia in quel momento mormorato fra i denti la celebre frase: «Eppur si muove». Si deve inoltre a Galileo la misurazione dell’accelerazione di gravità, il principio di inerzia, l’isocronia del pendolo e le prevedibilità in termini matematici del movimento e del comportamento degli “oggetti volgari”, dando così nascita alla fisica come scienza vera e propria. I concetti galileiani vennero ulteriormente sviluppati dal filosofo, matematico e fisico Cartesio e da Keplero, che enunciò le leggi fondamentali del moto dei pianeti. L’opera Galileiana venne quindi ripresa e ampliata da Isaac Newton che giunse a formulare la celebre teoria della gravitazione universale che, unificando la gravità terrestre con quella celeste, forniva spiegazione del moto dei pianeti e del peso degli oggetti terrestri con la loro tendenza a cadere verso il basso. Newton diede inoltre una definizione matematica esatta del concetto di forza, che permette di desumere esattamente il movimento degli oggetti, pose le basi per uno sviluppo dell’ottica e dell’analisi matematica. La meccanica di Newton forniva un modello in grado di spiegare, con grande precisione, il movimento di qualsiasi oggetto o sistema meccanico e fu alla base della cosiddetta “fisica classica”. Sul modello meccanicistico si svilupparono anche altre scienze, così in fisiologia Borelli spiegò il funzionamento dei muscoli e Harvey la circolazione del sangue, in biologia nacque l’evoluzionismo darwiniano …

La fisica moderna

Nel corso del XX secolo nasce la fisica moderna grazie alla celeberrima teoria della relatività di Einstein. Tale teoria è ricordata dal grande pubblico con la formula:

E=mc2

che tutti conoscono ma il cui significato non è a tutti chiaro. In termini semplici significa che l’energia (E) equivale alla massa (m) per il quadrato della velocità della luce (c). Bene, diranno molti … e con questo? Con questo possiamo dire matematicamente che m = E:c2 quindi che la materia equivale ad energia fortemente rallentata (a bassissima frequenza) … in pratica tutto è energia. La teoria della relatività implica l’esistenza di paradossi che sembrano non rispondere al normale buon senso e hanno costretto i fisici a rivedere i concetti di spazio e tempo. Intanto proseguivano gli studi sulla struttura dell’atomo che rivelarono come esso fosse costituito da particelle ancora più piccole: i neutroni, i protoni e gli elettroni e che anche questi potevano essere ulteriormente scisse in qualcosa dai termini più elementari (quark, antiquark, gluoni …). Il comportamento di queste particelle elementari non obbedisce alle leggi della fisica classica ma a strane leggi, descritte dalla meccanica quantistica, rivelando che la loro natura non è corpuscolare (vale a dire non si tratta di piccole particelle materiali paragonabili a piccole palline dure) ma è ondulatoria, cioè descrivibile in termini di onde che si propagano nello spazio. Secondo il fisico Fabrizio Coppola: «Al livello della fisica sub-atomica esistono solo campi di energia, che vibrano o si propagano per onde (come la luce o il suono): l’aspetto “solido” della materia è solo un risultato grossolano dovuto al gioco delle forze sub-atomiche, le quali derivano da un unico campo fondamentale che Einstein definì “campo unificato”. In pratica, l’universo che sembrava intrinsecamente materiale ha rivelato che la sua essenza fondamentale è pura energia immateriale. I campi fondamentali di energia che costituiscono la base della realtà fisica, obbedendo alle leggi proprie della fisica quantistica, manifestano un ordine intrinseco che rivela, al livello del campo unificato, l’intelligenza più profonda della natura.» E ancora: «Procedendo dai livelli nucleari al livello fondamentale del campo unificato, che in fisica rappresenta l’assoluto, nemmeno un disastro colossale o un’esplosione può condizionarlo, esso trascende la manifestazione fenomenica che pure è da essa creata.» Se queste affermazioni fossero state fatte all’inizio del secolo scorso come sarebbero state accolte? Forse sarebbero state sonoramente derise … ora leggete quello che lo Yogi Ramacharaka scrive nel 1904, un anno prima dell’enunciazione della teoria della relatività di Einstein: «La materia in sé non esiste ma è solo una forma di Energia; l’Energia è una forma di Mente e la Mente è la manifestazione dell’Assoluto». Interessante vero? … ma immagino che qualcuno si stia ancora chiedendo cosa c’entri tutto questo col Reiki e come funziona il Reiki.

Come funziona il REIKI

Ora proverò, nel modo più semplice, a dare una spiegazione “scientifica” sul funzionamento del Reiki. Citando il fisico Fabrizio Coppola abbiamo appena detto che secondo i dettami della fisica moderna: «esistono solo campi di energia, che vibrano o si propagano per onde (come la luce o il suono): l’aspetto “solido” della materia è solo un risultato grossolano dovuto al gioco delle forze sub-atomiche, le quali derivano da un unico campo fondamentale, il “campo unificato”.» Ciò premesso possiamo affermare che il corpo umano (inteso in senso olistico come un tutt’uno costituito da corpo e mente) è concepibile come un insieme di energie con frequenze vibrazionali ben precise e “funziona” in maniera normale e fisiologica fino a quando l’interscambio di informazioni tra le diverse frequenze vibrazionali resta invariato nel suo contesto naturale. Quando si verifica uno squilibrio sul piano energetico lo stesso si riflette sul funzionamento della struttura organica, portando alla malattia o al blocco emozionale. La stessa cosa accade anche nei rapporti interpersonali. Può succedere di accorgersi di un proprio cambiamento di umore o di eccessiva stanchezza dopo aver frequentato persone pessimiste o depresse, oppure di sentirsi rinvigoriti e felici quando si è in compagnia di persone positive e allegre. Questo accade perché l’energia del gruppo ha influenzato “per risonanza” lo stato psico-fisico del singolo. Il Reiki agisce a livello energetico, e di riflesso sul piano fisico e/o emozionale, riportando le frequenze vibratorie dell’energia individuale (KI) in “risonanza” armonica con quelle naturali proprie dell’energia vitale universale (REI), che essendo espressione dell’assoluto (in fisica il cosiddetto “campo unificato”) non sono condizionabili e restano sempre armoniche.

_________________________________

Per approfondimenti sulla fisica quantistica si consiglia il libro:
Il Segreto dell’Universo di Fabrizio Coppola – Ed. L’età dell’Acquario

L'autore

Marco Forti

Facebook Twitter

Maestro di Karate e Reiki. Insegna Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu (sistematizzazione didattica moderna dei metodi di combattimento storici di Okinawa che hanno dato origine al karate classico, disciplina interamente finalizzata all'autodifesa) e Usui Reiki a Cesena.